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  • Dr. Federico Durello

Intestino vs Cervello..chi comanda chi?


Esiste una fortissima correlazione tra cervello e apparato digerente . La più ovvia la conosce qualsiasi studente prima di sostenere un esame che sente mal di pancia, o chiunque è stressato che sente lo stomaco che “brucia” prima di un evento importante o anche semplicemente chi è innamorato che sente le farfalle nello stomaco…non nel cuore. C’è una ricchissima letteratura che lega gli aspetti emozionali alle funzioni intestinali. Cervello e apparato digerente sono collegati allora?

Sono due organi che si parlano. Il sistema nervoso centrale è il principale sistema nervoso del nostro organismo, il secondo sistema nervoso del nostro organismo è il canale alimentare che comprende un numero di neuroni pari o superiore a quello del midollo spinale. Gli autori anglosassoni infatti parlano di Big Brain per indicare il cervello e Little Brain per indicare il sistema nervoso che si trova nella pancia.

Questi due sistemi nervosi hanno una grande indipendenza ma anche delle fortissime connessioni nervose, attraverso il sistema simpatico e parasimpatico. Il simpatico è quello che si attiva appunto durante il panico, è quello che gli anglossassoni affermano che attivi il sistema del “fight or flight” (combatti o scappa), di fronte ad una situazione di pericolo, come davanti ad un animale feroce si deve decidere se scappare o combattere. A quel punto il sistema simpatico, ci allarga le pupille per vedere bene l’avversario, ci toglie il sangue dove non serve, per esempio dalla pelle e diventiamo pallidi, dai reni perché in quel momento non dobbiamo urinare, e ce lo porta al cuore e ai muscoli, perché dobbiamo combattere, e ci fa pompare forte il cuore per cui abbiamo una tachicardia. Dall’altra parte se siamo rilassati prende il sopravvento il parasimpatico, che prevalentemente a livello dell’apparato digerente è il nervo vago che fa tutto il contrario: porta il sangue nei visceri, è il momento in cui digeriamo bene, porta via il sangue dai muscoli, e tranquillizza il cuore, perché il cuore non avendo bisogno di combattere prende ad andare più lentamente. Questi sono aspetti tipicamente anatomici già noti da moltissimo tempo. L’asse che prevalentemente unisce queste aree è fatto di neuromediatori. Quali sono le molecole attraverso le quali avvengono questi fenomeni? C’è un asse che va dall’ipotalamo all’ipofisi, ai surreni, che è il tradizionale asse ormonale, anche questo noto da tempo fatto di ormoni diversi tra i quali il più noto è il cortisolo, o l’adrenalina e la noradrenalina che sono gli ormoni del panico, dello stress. Dall’altra parte ci sono altri neurormoni come l’acetilcolina e tantissime altre sostanze, che invece ci calmano, ci rilassano e per esempio ci fanno digerire.

Quindi ci sono questi grandi due momenti in cui decidiamo se siamo tranquilli e quindi i visceri funzionano bene o se siamo invece di fronte ad un nemico, vero o presunto, quale puo’ essere ad esempio uno stato d’ansia. Nello stato d’ansia si blocca lo stomaco, l’intestino si strizza e da questo possono derivare fenomeni di stipsi o dissenteria. Questi atteggiamenti contrari dell’intestino in una stessa condizione ansiosa ad esempio sono dovuti al fatto che lo stomaco si paralizza prima ancora che il cuore si agiti. Lo stress allora si ripercuote immediatamente sul sistema digerente ancora prima che in qualsiasi altro organo. I rapporti fra apparato digerente e cervello sono ancora più forti, immediati e diretti di quanto non siano quelli già noti fra cuore e sistema nervoso centrale.

Ma è il cervello che comanda l’intestino o viceversa, e fino a che punto? Facciamo due esempi per capirci: le persone sottoposte ad uno stress hanno disturbi digestivi e su questo non esistono dubbi che sia il sistema nervoso centrale che interviene, tuttavia, esistono dei dati più recenti che dimostrano una fortissima influenza della periferia nei confronti del sistema nervoso centrale. Modificando la periferia, si riesce addirittura a modificare il comportamento di animali da esperimento. Per periferia si intende per esempio la flora intestinale, l’infiammazione intestinale. E’ chiaro che quando uno sta male, il suo stato d’animo è diverso, è vero che quando uno è ansioso o depresso le sue funzioni digestive sono alterate ma la cosa interessante e moderna è il contrario cioè quando uno sta male altera lo stato d’animo: l’ansia, la depressione, l’ipocondria.

Una malattia non nota ai medici poiché sfugge alle indagini diagnostiche tradizionali non è detto che non sia comunque una malattia con una base organica e non sempre una malattia del sistema nervoso...A una persona che ha un tumore nessuno direbbe mai sei depresso, cura la depressione ma la cosa interessante è quando uno non ha una malattia organica nota ai medici, malattie subdole in cui la scienza moderna non riconosce ancora una componente organica, che magari invece c’è ma sfugge alla radiologia, agli esami di laboratorio, all’endoscopia ecc… per cui il medico trae la conclusione che il paziente, non avendo nulla di organico è un depresso e questo si deprime sempre di più perché continua comunque a stare male. Ad esempio nella sindrome da colon irritabile in cui c’è gonfiore, dolore di pancia, diarrea, la persona sta malissimo ma apparentemente non c’è una causa perché la colonscopia e’ negativa e tutti i medici classicamente danno la pacca sulla spalla rassicurando il paziente che non ha niente e magari si avventurano in consigli più o meno sensati dal cambiare partner, lavoro, stile di vita ecc… Così anche per la patologia da reflusso senza esofagite, la dispepsia ( le persone non digeriscono ma la gastroscopia è negativa).

Faccio un esempio incredibilmente significativo . Si sono studiate delle signore che lamentavano dolore addominale (si parla al femminile perché rappresentano la maggioranza dei soggetti che accusano questi sintomi). Fatta la colonscopia che risultava negativa, erano state liquidate (come spesso succede) con una diagnosi di malattia funzionale dell’intestino (colon irritabile o colite spastica). A quel punto si sono recate in un centro specialistico, e qui è stato loro chiesto di rispondere ad un questionario riportando in una scala da 1 a 10 il grado di dolore avvertito (1 dolore praticamente assente e 10 insopportabile). Queste signore sono state quindi nuovamente sottoposte a colonscopia che si confermava negativa, ma in questa occasione nel centro di ricerca sono state effettuate biopsie della mucosa intestinale. L’analisi al microscopio tradizionale ha mostrato la presenza di una leggera infiammazione, ma si è proceduto all’analisi anche con un sofisticato microscopio elettronico, col quale è stato possibile valutare il numero di cellule infiammatorie in stretta vicinanza con i nervi. Il risultato è stato sorprendente, dal momento che la gravità del dolore avvertito è risultata strettamente correlata al numero di cellule infiammatorie, questo studio (Gastroenterology 2004;126:693-702) ha dimostrato inequivocabilmente l’origine “organica” dei sintomi accusati dalle pazienti esaminate che fino ad allora erano state etichettate come affette da un disturbo “funzionale” ed ha aperto la strada a numerose altre importanti ricerche. E’ stato possibile ad esempio dimostrare anche che questi intestini così infiammati sono eccessivamente permeabili, ossia non più in grado di impedire il passaggio dei miliardi e miliardi di germi che dovrebbero risiedere nell’intestino e che possono così filtrare attraverso le sue pareti invadendo gli organi pelvici. Questo è il motivo per cui queste donne hanno spessissimo delle cistiti che vengono trattate con ripetuti cicli di antibiotici con conseguente aumentato rischio di vaginite da Candida; ecco allora che si innesca un circolo vizioso difficile da spezzare.

Gli effetti secondari (ma secondari per modo di dire) nella vita di queste persone riguardano le ricadute del loro dolore cronico nella vita privata e sociale: avranno rapporti sessuali dolorosi sino talvolta a rifiutare completamente il rapporto stesso col partner e ad allontanarlo con conseguenze sulla vita di coppia, si inizieranno a sentire sempre più frustrate, incomprese e depresse e quindi sempre più spesso verranno catalogate come persone con problemi psicologici !!!!!

Non solo…Poiché si tratta di persone fortemente infiammate possono comparire anche manifestazioni dolorose in tutto il corpo che spesso vengono diagnosticate come fibromialgia e trattate senza grande successo in ambiente reumatologico. E’ evidente che questi sintomi, reali e diffusi non possono non causare problematiche importanti anche a livello di ansia, panico o depressione ma la causa di questo è purtroppo da individuarsi nel fatto che a queste persone non viene risolto il problema dal principio!

E’ fondamentale combattere una battaglia importantissima per cancellare la parola funzionale per queste malattie, perché NON sono malattie funzionali, sono malattie organiche, solo che sono organiche microscopicamente, ma non vuol dire che ciò che è microscopico non esista …A livello internazionale le malattie digestive per le quali non è possibile trovare una causa mediante le tradizionali tecniche diagnostiche sono classificate da un gruppo di esperti internazionali in un complesso sistema che prende il nome di “Criteri di Roma” perché a Roma si riuniscono gli esperti ogni 10 anni per aggiornare le classificazioni in base alle novità scientifiche. A capo di questa complessa struttura che raccoglie fondi ingenti dall’ industria farmaceutica è uno psicologo americano. Questo lascia intuire la difficoltà della battaglia intellettuale che viene combattuta a tutti i livelli per affermare che queste sono malattie organiche al pari della polmonite, della rettocolite ulcerosa ecc … Ormai conosciamo perfettamente i meccanismi cellulari e molecolari di questi fenomeni: quali sono le molecole mediante le quali le cellule del sistema immunitario irritano i nervi , le misuriamo, le controlliamo, tanto è vero che molti di questi “mal di pancia” li curiamo con dei farmaci che vengono usati per l’asma, o per la retto colite ulcerosa perché si tratta in tutti i casi di patologie infiammatorie.

Dato degno di nota: il 10-20% delle persone, donne in particolare, soffre di queste patologie e si prendono delle pacche sulle spalle….come se fossero dei malati immaginari…

E’ pertanto evidente che avere una spina irritativa, un’infiammazione appunto che parte dall’apparato digerente poi arriva ad interessare tutto l’organismo provocando: cefalea, emicrania, dolori osteo-muscolari, stanchezza cronica. C’è ancora molta strada da fare per dare risposte adeguate a tutti questi tipi di patologie. Come si fa a capire quindi se i disturbi digestivi causano disturbi del sistema nervoso o viceversa? Esistono persone che hanno disturbi digestivi secondari, realmente secondari ai disturbi del sistema nervoso centrale e questi vengono riconosciuti perché una volta curati i disturbi del sistema nervoso migliorano anche i disturbi periferici . Poi ci sono altre persone per le quali i neurologi pur adottando cure farmacologiche estremamente efficaci, ottengono risultati insoddisfacenti. In alcuni di questi ultimi casi il trovare una causa organica curabile ha delle ripercussioni straordinarie sull’aspetto psicologico. Una volta risolto il problema organico e quindi eliminati i disturbi suddetti la persona riesce a riprendere in mano nuovamente la propria vita ed anche i sintomi secondari quali ad esempio ansia e depressione si rivalutano alla luce di una mutata condizione organica.

Gli esami tradizionali di solito questi pazienti li fanno ma risultano negativi e possono quindi essere motivo di ulteriore frustrazione. Modificare drasticamente l’alimentazione per alcune settimane con approcci mirati sulla sintomatologia è fondamentale, ricordando che il 60% degli italiani è intollerante al lattosio e quindi è importante eliminare completamente latte e latticini freschi dalla dieta. Ricordare poi che anche chi non è celiaco ha comunque maggiori difficoltà a digerire il frumento pertanto meglio prediligere cereali alternativi alla pasta normale almeno nei periodi in cui ci sono sintomi severi. Altra cosa che può apparire inconsueta è ridurre drasticamente il consumo di cibi “istaminici”. Poi uscendo dall’ approccio nutrizionale occorre rivolgersi ad un gastroenterologo al passo con le recenti acquisizioni scientifiche, al fine di eseguire, oltre agli esami di base, anche biopsie ecc.


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